I principali strumenti di una lezione di musica per bambini da 0 a 6 anni? Senza dubbio la voce e il movimento, ma non solo. Scopriamoli assieme.
La voce
La voce è il canale più immediato per entrare in relazione con il bambino. Pensiamo alla voce della mamma che è stata al centro dell’esperienza d’ascolto del bambino per tutta la gravidanza. Il feto apprende e riconosce il timbro della voce dei genitori e, appena nasce, la sua voce già attraverso il pianto, diventa il suo primo modo di comunicare con il mondo.
Ecco perché anche a lezione la voce è una risorsa fondamentale e la usiamo in tutte le sue sfaccettature, in questo video te lo spieghiamo bene.
Il movimento
Il movimento è per il bambino uno strumento fondamentale di scoperta, in particolare quando sente la musica si muove spontaneamente come se stesse ascoltando con tutto il corpo. In questo video ti spieghiamo come impieghiamo il movimento durante la lezione.
Durante il corso succede spessissimo che i bambini si muovano mentre intoniamo un canto, vicino al genitore oppure libero nella stanza. Nella maggioranza delle volte questo movimento spontaneo viene assecondato dalle guide musicali, proprio perché funzionale all’apprendimento. Un bambino che corre mentre cantiamo un brano non è un bambino disattento, potrebbe essere esattamente l’opposto: spesso infatti notiamo che la corsa, i salti, i movimenti del corpo sono coerenti con la musica che stiamo proponendo. Questo succede anche per i bambini che si isolano dal gruppo per qualche istante, o per i bambini che hanno uno sguardo fisso e sembrano incantati, o per quei bambini che, conclusa un’attività, continuano a muovere il proprio corpo o i materiali come se l’attività precedente non fosse ancora conclusa. Questi comportamenti sono tutte reazioni diverse all’ascolto della musica.
I rituali
La nostra lezione di musica è un tempo speciale, scandito e rituale. I canti d’inizio e di fine sono sempre gli stessi e questo perché pensiamo alla ritualità come ad un elemento indispensabile: dà una chiara identità al nostro tempo insieme e delimita il “contenitore” delle nostre attività, offrendo sicurezza, prevedibilità, agio e solidità. La scansione temporale della lezione di musica permette quindi al bambino di sentirsi in un contesto rassicurante: ogni bambino conosce i momenti della lezione di musica e può quindi viverla senza ansia. Spesso succede che, appena ci sediamo sul nostro tappeto blu, un bambino inizi a cantare la canzone d’accoglienza perché ha interiorizzato il rituale. Anche la canzone finale è ritualizzata ed così speciale che tanti genitori ci raccontano che a casa diventa una musica magica che aiuta i bambini ad andare a nanna o nel momento della pappa. I brani musicali che sperimentiamo a musica entrano dunque far parte della routine in famiglia, a rinforzo dell’esperienza musicale.
Lo spazio
Il luogo in cui fare musica nella prima infanzia è molto importante: il nostro spazio è ampio e accogliente, essenziale e quanto più possibile vuoto. Entri nella nostra stanza di musica e c’è un tappeto blu che ti chiama. Non ci sono armadi, lampade, tavole, sedie: non ci sono distrazioni.
A seconda delle proposte musicali che progettiamo le lezioni possono prevedere la presenza di materiali che supportano l’attività. Il paracadute didattico e i foulards sono tra i materiali che utilizziamo più spesso perché ci permettono di offrire al bambino l’esperienza di un movimento fluido e spontaneo, non rigido. Ci consentono inoltre di creare moltissime attività differenti in base al gruppo e alla fascia d’età a cui ci rivolgiamo. Te ne parliamo in modo approfondito anche in questo video.
Gli strumenti musicali
Secondo la nostra idea lo strumento musicale è da intendersi come un prolungamento del corpo, cioè un oggetto familiare al quale approcciarsi in modo spontaneo, che arricchisce la musicalità che è già in ciascuno di noi. Se così pensiamo allo strumento, è necessario lavorare prima sul corpo e su un movimento privo di rigidità che porta il bambino alla capacità di coordinare il movimento e il respiro. La consapevolezza corporea acquisita, la musicalità del gesto e del movimento, la connessione tra pensiero, respiro e voce sono gli elementi essenziali per suonare uno strumento, competenze da coltivare e da non dare per scontate.
Per questo motivo nel nostro corso per la prima infanzia non utilizziamo gli strumenti musicali con l’obiettivo di imparare a suonare, c’è però spesso uno spazio per l’esplorazione degli strumenti in modo libero e spontaneo. Questo significa che non proponiamo ai bambini un modo “strutturato” per approcciarsi allo strumento, ma lasciamo loro la possibilità di esplorarlo in modo libero. Capita dunque che un ukulele si faccia solleticare le corde, che un tamburo si faccia percuotere fortissimo o accarezzare delicatamente, che una kalimba si poggi su un piedino e faccia sentire l’aspetto vibratorio del suono, così da lavorare anche in una prospettiva propriocettiva. Ogni bambino (e ogni genitore) può entrare in relazione con gli strumenti che proponiamo in modo creativo e destrutturato.
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