In questi ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori: cuffie speciali, microfoni, cinture musicali, ciondoli… Il mondo delle trovate commerciali con la gravidanza ci sa fare e purtroppo spesso racconta cose non vere pur di vendere oggetti alle mamme e papà in dolce attesa. Non potevamo non scrivere un articolo per spiegare e fare ordine sul tema dell’ascolto del feto nei nove mesi di attesa.
L’ascolto del feto
L’udito permette al bambino, negli ultimi mesi di gravidanza, di sentire la voce della mamma, le voci esterne, e di riconoscerle dopo la nascita. Dalla ventiquattresima settimana il feto reagisce a stimoli uditivi: un suono improvviso provoca, ad esempio, un aumento della frequenza cardiaca e un’accelerazione dei movimenti fetali.
I suoni percepiti dal feto sono quelli provenienti dal corpo materno, dal rumore basale e dai suoni esterni che raggiungono la cavità uterina dopo essere stati filtrati dalla parete addominale. Il rumore basale consiste in un suono di fondo presente durante tutta la gravidanza, che sta alla base dell’universo sonoro nella quale è immerso il bambino e al quale il feto si abitua.
La stimolazione sonora è totalizzante, colpisce ogni parte del corpo del bambino fin dal concepimento. R. Benenzon, psichiatra e musicoterapeuta, nel suo scritto La parte dimenticata della personalità, afferma: “ritengo che il feto possieda un sistema unificatore di percezioni che gli permette di avere una sensazione unica, data dalla somma di tutti questi stimoli, che lo penetra attraverso la pelle, e movimenti del suo corpo e attraverso il suo interno”.
Il feto è immerso quindi in un universo ritmico-sonoro costante, continuo e avvolgente, un ambiente “acquoso”, che accoglie, che dondola, che continua a muoversi e a produrre suono.
Tra i suoni intra ed extra uterini, sicuramente la voce materna rappresenta l’elemento più significativo. La voce di mamma arriva in utero non soltanto attraverso la via aerea, come le altre voci, ma anche tramite la conduzione ossea interna. Dev’essere un’esperienza a tutto tondo, un vortice di suono e movimento che contiene il bambino nel suo ambiente confortevole.
Immagina quindi l’ambiente uterino come una stanza, un luogo dove vanno e vengono suoni, dove si sente la presenza costante del battito cardiaco, dove si sente il sangue che scorre nelle vene, in cui i tuoi vicini di banco sono i rumori intestinali e quelli legati alla respirazione. Ecco, immagina il tuo bambino protetto da tutto questo e dalle pareti uterine: è impossibile che possa sentire un ciondolo che tintinna o una cuffia appoggiata su una pancia.
Se ti va di approfondire ti lasciamo un articolo scientifico che ha analizzato i risultati dell’utilizzo sul feto di alcuni dispositivi in commercio per diffondere musica, lo trovi qui.
Ci piace ricordare sempre che il bimbo nella pancia non sente solo con le orecchie ma con tutto il corpo, con tutti i sensi, sente le emozioni di mamma, le sensazioni, tutto. Più che andare in cerca dell’acquisto perfetto (e comunque non c’è nulla di male nell’indossare un ciondolo molto carino purché sia solo per bellezza o perché ci va di farlo e non con l’idea che il bambino lo possa fisicamente udire), ci piacerebbe suggerirti di trovare uno spazio nella tua giornata, in cui prenderti cura della relazione con il tuo bambino nel modo più naturale che esista: con la tua voce. Canta per il tuo bambino, anche se pensi di non essere accurata (se lo pensi, leggi questo nostro articolo!) al bambino importa solo di sentirti vicino.
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