La musica è un linguaggio potentissimo, così potente da toccare le corde più intime di ogni persona. La sua potenza sta proprio in questo: nell’andare a scavare dentro ognuno di noi, nell’incontrare la nostra identità sonora.
Cos’è l’identità sonora?
L’identità sonora è un mondo, il mondo sonoro di ogni persona. Prova a pensare alla tua storia.
Quali sono le musiche che ti hanno accompagnato durante l’infanzia? Ricordi la musica del tuo primo bacio? Qual è la canzone che ti fa piangere all’istante perché ti fa pensare ad un evento triste della tua vita? Il silenzio lo ami o lo odi? Ci sono dei rumori che proprio non sopporti? Quali sono i suoni che ti rilassano di più? Quando sei arrabbiato che musica ascolti? Ci sono delle canzoni che raccontano della tua cultura? Musiche tradizionali, magari da danzare alle feste del paese? Qual è il timbro di voce della tua mamma? Come ti chiamava da bambina/o il tuo papà? Quando la nonna saliva le scale che suono facevano i suoi passi, li riconoscevi?
Ecco, tutto questo è la tua identità sonora: il tuo bagaglio sonoro di esperienze. L’identità sonora inizia a crearsi già quando siamo nel grembo della nostra mamma. Lì dentro siamo immersi in una vera e propria orchestra intrauterina. Tutte le esperienze sonore della nostra vita vanno a creare, un pezzetto alla volta, la nostra identità sonora. Quando parliamo di “esperienza sonora” non intendiamo qualcosa di prettamente “musicale” come potrebbe essere una canzone. “Musicale” è tanto altro. La lingua che parli è musica. Il dialetto che hai ascoltato dai tuoi nonni è musica. Il rumore del traffico fuori casa tua è musica. Il silenzio della campagna dove andavi in vacanza da piccolo è musica. Il ticchettio dell’orologio della nonna è musica. La tua voce è musica, il modo in cui ti muovi, il ritmo dei tuoi passi, il modo in cui respiri, urli, sussurri. Tutto ciò che è SUONO, tutto questo parla di te.
Perché se faccio l’insegnante è importante sapere cos’è l’identità sonora?
Il concetto di identità sonora (ISO) è prettamente musicoterapico ed è stato coniato da R. Benenzon, se hai voglia di approfondire ti suggeriamo questo libro. Il fatto che l’idea dell’identità sonora nasca in seno alla musicoterapia però non significa però che non possa avere dei risvolti utili anche in campo educativo. Anzi, riflettere sulla propria identità sonora potrebbe avere prima di tutto un’utilità personale che ci permette di conoscere noi stessi e gli altri sotto un altro aspetto e magari di riflettere sulla comunicazione e sulla relazione.
Se lavoriamo con i bambini è fondamentale tenere conto di tutto questo. Quando entriamo in relazione con un bambino stiamo entrando in relazione anche con la sua identità sonora. Quante cose ci dice il suo tono di voce, quanto ci racconta di lui la sua canzone preferita? Forse, se non hai mai pensato a tutto questo, credi che tutti questi siano dettagli superficiali, ma non è così.
Quando facciamo musica con i bambini dobbiamo essere consapevoli della potenza di ciò che abbiamo tra le mani. La musica non è intrattenimento e divertimento, certo è anche questo, ma non primariamente, e soprattutto non deve esserlo se stiamo facendo educazione musicale. Con la musica lavoriamo su tantissimi aspetti: psicomotori, cognitivi, emotivi e relazionali.
Conoscere, riflettere e lavorare sulla propria identità sonora e quella dei bambini con cui lavoriamo è il primo passo per un’educazione musicale consapevole, un’azione educativa che va in profondità che coglie e accoglie ciò che i bambini ci raccontano musicalmente. Succede spesso che spiegarsi a parole è complicato… “E allora dimmelo con la musica”. E così un bambino sceglie di dirti quella cosa che ha dentro scegliendo di suonare uno strumento, piuttosto che un altro, scegliendo quella canzone precisa, oppure risponde urlando o sussurando. Non possiamo non tenere conto di tutto quello che queste reazioni portano con sé.
Non possiamo non tenere conto del suono di ogni bambino, della nota di ogni essere umano. C’è un libro bellissimo di Baricco, Castelli di rabbia, in cui si parla proprio di questo. Di quanto sia importante conoscere i propri suoni, tenerseli stretti.
Cosa possiamo fare?
Conoscere la tua identità sonora è un po’ come la massima sul tempio di Apollo “Conosci te stesso”. Conoscere l’identità sonora dei tuoi bambini è un po’ come essere un direttore d’orchestra, uno di quelli bravi davvero, di quelli che conosce l’orchestrazione, che sa tirare fuori il meglio anche da chi magari non conosce a fondo il suo strumento, che sa far entrare in relazione più voci, che riesce a stare in ascolto.
Ecco, a tutto questo serve conoscere l’identità sonora. Ti lasciamo un estratto del libro di Baricco per lasciarti ispirare e riflettere. Si aprirà un mondo.
Scarica l’estratto qui sotto.
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