In questo articolo vogliamo raccontarti di una particolare difficoltà che abbiamo vissuto negli ultimi mesi.
Quest’anno è stato un anno meraviglioso, ma allo stesso tempo faticosissimo. Proviamo a spiegarti perché:
- Nuova sede, nuovi equilibri
- Tante lezioni, tanti gruppi
- Tante scartoffie
- Tanti progetti nelle scuole con annesse formazioni.
Oggi vogliamo parlarti proprio di quest’ultimo punto, i progetti nelle scuole.
Perché sono stati così faticosi?
- Perché sono tanti e noi siamo solo in due (sì, stiamo lavorando alla creazione di un team allargato!)
- Perché gli spostamenti da fare non sono pochi
- Perché incontrare tante classi diverse è una grande fatica (se vuoi davvero conoscere le persone con cui lavori)
- Perché alle volte i contesti non sono sempre “pronti” ad accogliere una lezione di musica come la pensiamo noi.
E come la pensiamo noi una lezione di musica?
- Ricca
- Piena di musica (poche chiacchere e tanti suoni)
- Con tutti i linguaggi espressivi (voce, corpo, movimento, strumentario)
- Sensata. Sensata? E cosa vorrai mai dire? Proviamo a raccontanterlo:
Ogni lezione è pensata e pesata, ogni attività ha un suo significato e ogni percorso ha diversi obiettivi, musicali ed extramusicali, ecco perchè SENSATA!
Lavoriamo sugli elementi del linguaggio musicale, ovvio, ma lavoriamo anche molto su tutto il resto: attenzione, memoria, concentrazione, funzioni cognitive insomma. Lavoriamo sulla relazione, sui tempi di attesa, sulla turnazione, sull’ascolto, sull’osservazione, sull’empatia e sulle emozioni, sugli aspetti fondanti della persona quindi.
E dopo tutto ciò, alle volte ci chiedono se possiamo “fare musica al pomeriggio, che i bimbi sono più stanchi così si sfogano/rilassano/divertono”.
Scusa?????
No, maestra forse non hai capito cosa intendiamo noi per educazione musicale. Fare musica tenendo presente tutte le cose scritte qua sopra e una faccenda seria, non è un momento di sfogo, rilassamento, divertimento per lasciare a te la freschezza della prima ora per fare le cose “importanti”.
A musica si sfogano? Perché usano il corpo, ma sono bambini e dovrebbero usarlo anche nelle altre esperienze.
A musica si divertono? L’apprendimento si fonda sul piacere e tutte le esperienze dovrebbero avere uno spunto ludico.
A musica si rilassano? A musica ascoltiamo e ci sintonizziamo con la loro energia e questo dovrebbe succedere in ogni istante del tempo trascorso a scuola.
Ecco che allora abbiamo iniziato a strutturare degli incontri di formazione per gli insegnanti delle scuole in cui lavoriamo e quando riusciamo a fare questo cambia tutto!
Alle volte gli insegnanti che non hanno un bagaglio musicale nemmeno immaginano gli strumenti e le risorse che può offrire una lezione di musica. Ci sono educatrici del nido d’infanzia che scoprono un modo per comunicare con bambini che ancora non parlano, maestre della scuola dell’infanzia che scoprono come la musica può entrare nella routine della giornata e accompagnare i bambini nella scansione temporale, insegnanti della primaria che trovano nella musica strumenti e risorse per migliorare la lettura, la memorizzazione, i tempi di attenzione…
Per tutta la fatica fatta quest’anno ci sono state queste persone meravigliose che hanno accolto il nostro lavoro, lo hanno fatto loro e lo hanno inserito nelle loro classi come un’esperienza quotidiana. Grazie maestre, siete una forza!
E tu, cosa ne pensi di tutto questo? Nel tuo contesto scolastico come si guarda alla musica, come una materia di serie b o come qualcosa di estremamente importante?
Di tutti questi aspetti ne parleremo nel nostro corso annuale EDUCARE ALLA MUSICA, un’esperienza preziosa che quest’anno riproponiamo per la seconda edizione.
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