La musica in un’azione educativa a 360°

5 Dicembre 2021

 

In questo articolo trovi la nostra trascrizione del podcast “Genitori consapevoli a tu per tu con la musica

[stagione 2 episodio 4]


 

Siamo Alessia e Cristina e nel nostro lavoro incontriamo le persone attraverso la musica. Ci occupiamo di educazione musicale e formazione creando dei percorsi che ti aiutano a vivere la musica in modo pratico, creativo e consapevole.

In questa stagione vogliamo raccontarti di come il nostro modo di lavorare con la musica si basi su un’azione educativa a 360°, che considera cioè tanto gli aspetti musicali quanto quelli relazionali, emotivi, pedagogici e psicomotori. Per raccontarti di questi aspetti così specifici non siamo sole, con noi ci sono altre cinque professioniste: Alessia Zoppè, psicologa e psicoterapeuta, Gaia Travaini, musicoterapista, Donatella Agnoletti e Claudia Iezzi, pedagogiste, Marzia Del Negro, psicomotricista funzionale.

Oggi parleremo di corpo e movimento, due aspetti fondamentali del nostro modo di guardare all’educazione musicale.

 

Iniziamo dunque con le nostre pedagogiste Claudia e Donatella: Come utilizzare corpo e movimento nell’apprendimento quotidiano?

Siamo solitamente abituati a dare per scontato determinate attività, soprattutto quelle legate al gioco e alla quotidianità, considerandole talvolta quasi delle perdite di tempo. In realtà si tratta di azioni quasi mai semplici, ma che prevedono spesso il concatenarsi di molteplici movimenti dalle quali si sviluppano procedure e rituali.

Se pensiamo ad alcuni esempi di apprendimento quotidiano, parliamo di ciò che riguarda le autonomie principali, come quelle legate all’igiene personale (spremere il tubetto, sfregare la saponetta sulla spugna, ecc.), le attività in cucina (usando la motricità fine, ma anche agendo in collaborazione con altre persone e strutturando un determinato rapporto con il cibo, oltre che imparando ad esercitare la nostra pazienza per l’attesa della lievitazione/cottura), le piccole attività familiari (rifare i letti, “pulire”, sparecchiare, lista della spesa, ecc.), la gestione del proprio abbigliamento (vestirsi, mettersi le scarpe, chiudersi la giacca, ecc. ), senza dimenticarci ovviamente del gioco (che prevede un determinato movimento nello spazio, ma anche momenti di condivisione, di cura e di ordine dei materiali).

Risulta perciò molto importante insegnare tutto ciò per supportare i ragazzi nell’apprendimento quotidiano, andando quindi a potenziare, per quanto riguarda poi l’applicazione allo studio, lo stile cinestetico, ovvero quello basato sul movimento del corpo nello spazio.

 

Il movimento può essere quindi utile a potenziare l’apprendimento nella quotidianità. Chiediamo ora ad Alessia, può quindi il corpo essere anche uno strumento di comunicazione empatica?

Sì, è possibile dire che una componente importante dell’empatia è la micro-imitazione, piccoli movimenti del nostro corpo, principalmente del viso, che vengono imitati per capire cosa sta provando l’altro. Se siamo di fronte ad una persona che piange, in noi si crea un atteggiamento di quasi simil pianto che ci permette di capire cosa sta provando l’altro. Ripetiamo cioè, attraverso microtensioni dei muscoli del viso, e anche del resto del corpo, lo stesso schema motorio del pianto. La relazione primaria genitore-bambino nei primi mesi è un dialogo prevalentemente corporeo fatto di gesti, ritmi, vicinanza, sguardi, suoni e diverse tensioni e morbidezze del corpo. L’interazione genitore-bambino non è una magica corrispondenza, ma un gioco sottile di scambi corporei in cui ognuno usa proprie competenze; non sempre è facile comprendere e sintonizzarsi sui bisogni ma l’ascolto e la consapevolezza del linguaggio corporeo possono aiutare a osservare e rendere più efficace la relazione.

Tale comunicazione inizia molto precocemente e si avvale di competenze percettive e cognitive del neonato straordinarie, un tempo impensate: è capace infatti di distinguere le espressioni facciali, di imitarle, di riconoscere novità, uguaglianze, ripetizioni, imprevedibilità, di costruire aspettative, con cui inizia a differenziare sé dal mondo.

 

Abbiamo parlato di corpo e comunicazione empatica, ma potremmo essere empatici anche nei confronti del nostro stesso corpo? Chiediamo alla psicomotricista Marzia: il movimento e la consapevolezza corporea possono renderci persone più felici?

Il movimento è vita e la vita nasce dal movimento. Questo è forse uno dei principali motivi per cui il movimento e la relazione con il proprio corpo rivestono un ruolo così importante nella vita di ciascuno di noi. Da tempo ormai sappiamo che mente e corpo non sono due entità separate e che il nutrimento dell’una ha dirette conseguenze positive sull’altro. Ecco perché, dopo una camminata in mezzo al bosco o sul bagnasciuga di una spiaggia al tramonto, ci sentiamo rigenerati non solo a livello fisico, ma anche psichico. Ma l’attività fisica non è sufficiente per renderci felici, ovvero per farci provare uno stato di ben-essere completo. E’ necessario sviluppare anche una consapevolezza corporea, un ascolto profondo di ciò che il nostro corpo, la nostra persona, nella sua interezza, ci sta comunicando, quali bisogni, emozioni, pensieri, desideri, richieste…

Ed infine, una volta percepiti e recepiti tali messaggi, dobbiamo prenderci cura di noi, con tenerezza e amore.

 

Il racconto ascoltato finora ci porta ad una domanda essenziale. Dove ha origine il movimento? Qual è la relazione tra corpo, movimento e musica? Lo chiediamo alla nostra musicoterapeuta Gaia.

Si potrebbero scrivere volumi interi su questo argomento. Ma proviamo a essere brevi.

Gli esseri umani sono esseri musicali, a partire dalla vita nel ventre materno. Infatti, fin dallo sviluppo del nostro primo senso, che è il tatto, e molto prima che l’udito cominci a funzionare, siamo in grado di percepire il battito del cuore delle nostre madri. Esso è inequivocabilmente RITMO. Reagiamo al ritmo e alla vibrazione sonora perché è il nostro corpo a percepirli, prima ancora delle nostre orecchie. Ciò significa che corpo e movimento formano un tutt’uno con la musica fin dal primo momento e che per il nostro sviluppo come esseri musicali è necessario tenere in considerazione la fisicità e il movimento, che ne sono espressione diretta. Questo è più che mai evidente nei bambini piccoli; basti pensare alle reazioni spontanee che si scatenano in presenza della musica.

Nel corso della vita, poi, il corpo è il tramite delle azioni che producono suono, come ad esempio afferrare un battente e usarlo su un tamburo, o prendere fiato e intonare una musica su un flauto. La coordinazione di respiro e movimento sarà fondamentale per cantare o suonare senza fatica e rigidità.

Ma alla fine, se dall’oggi all’indomani sparissero gli strumenti musicali, il corpo saprebbe fare musica di per sé, e ci concederebbe di esternare quello che sentiamo dentro e fuori proprio attraverso il movimento.

 

Grazie per aver letto questa puntata, se vuoi continuare ad incontrare la musica assieme a noi nei modi più sorprendenti, dalle attività per la famiglia ai contenuti gratuiti per genitori, cerca la nostra pagina Facebook o il nostro profilo Instagram, le nostre proposte per diventare genitori musicalmente consapevoli fanno capolino anche li.

PraticaMenteMusica

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Siamo Alessia e Cristina e a PraticaMenteMusica incontriamo le persone attraverso il linguaggio musicale. Quando abbiamo creato PraticaMenteMusica, abbiamo pensato ad una scuola diversa dalle altre, uno spazio in cui è possibile evolvere personalmente attraverso la musica. Leggi di più

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