Tre consigli per fare della musica una strategia comunicativa

14 Febbraio 2023

 

 

La musica è un canale comunicativo eccezionale. La pratica musicale, tanto su uno strumento, quanto attraverso l’ascolto o la voce, possono incrementare i propri tempi di attenzione e fare sì che questa diventi un’attenzione condivisa con l’altro, gestire il proprio autocontrollo e il rispetto dei turni, socializzare divertendosi. Attraverso giochi musicali ed esercizi guidati, alternati a momenti di totale libertà espressiva, possiamo affiancare il lavoro sullo sviluppo delle competenze motorie in un percorso di piccole e graduali conquiste che si trasformano in grandi iniezioni di gratificazione e autostima.
Siamo unici. Ognuno di noi ha caratteristiche, interessi, qualità e bisogni diversi da quelli di chiunque altro:

 

bisogno di comunicare;
bisogno di lasciarsi andare senza giudizio;
bisogno di divertirsi;
bisogno di esperienze e stimoli nuovi;
bisogno di apprendere col proprio tempo;
bisogno di autostima e soddisfazione personale;
bisogno di autonomia.

 

La musica può dare risposta a tutti questi bisogni, proprio perché sta nella relazione e, per questo, diventa una vera e propria strategia di comunicazione.

 

Perché possiamo considerare la musica è una strategia di comunicazione?

Quando stiamo imparando qualcosa, ciò che ci emoziona viene appreso in modo maggiore e migliore e il canale emotivo, si sa, passa soprattutto attraverso il non verbale.
La musica ci offre un’opportunità espressiva diversa rispetto alle parole e, per certi aspetti, più diretta proprio perché l’elaborazione verbale non è chiamata in causa.
Si tratta infatti di uno dei “canali di comunicazione non verbali”. In breve: non si parla, ma ci si esprime attraverso il suono, emesso della voce o prodotto tramite uno strumento.

In entrambi i casi, è la fisicità di una persona ad essere direttamente coinvolta in un’azione, la produzione sonora. Ed è effettivamente questo che rende possibile a ciascuno di esprimersi secondo le proprie possibilità. Per fare questo, ogni individuo attinge alla propria Identità Sonora, quel bagaglio di suoni e musiche che hanno accompagnato la nostra esistenza fin da quando eravamo nelle pance delle nostre madri e che continua ad accumularsi con l’andare del tempo.
Ecco perché la musica non è solo una disciplina da approfondire a scuola: è un vero e proprio linguaggio, una strategia di comunicazione che, impiegata consapevolmente, può diventare un ottimo strumento per le nostre relazioni.

 

Comunicare musicalmente

Nei primi mesi di vita la comunicazione tra mamma (e papà, nonni, zii…) e bambino ha caratteristiche sonoro-musicali evidenti, la madre, nel dialogo intimo con il neonato, utilizza vocalizzazioni di suoni, piccole melodie, ritmi sali e scendi, che vanno a integrare il repertorio comunicativo: lo fanno tutte le mamme del mondo! Sono atteggiamenti che ricorrono di generazione in generazione e dei quali a volte non siamo così coscienti.
In gergo, questo modo di comunicare, si chiama “baby talk” o “motherese” e ha caratteristiche sonoro-musicali comuni a tutto il mondo, al di là dell’elemento culturale. Questo ci fa comprendere ancora di più quanto la relazione con il bambino sia effettivamente basata su caratteri musicali in maniera innata.

 

Comunicazione non verbale e musica a scuola

Nelle nostre lezioni cerchiamo di parlare il meno possibile per lasciare spazio alla musica! Il nostro spazio diventa un ambiente musicale a 360°, i bimbi sono immersi in questa “bolla” sonora e, in questo spazio, comunichiamo musicalmente, cantiamo tutti assieme, ci muoviamo liberamente, giochiamo: il nostro compito di guide musicali è quello di coordinare tutto questo e di essere musica per i nostri bambini.

 

Tre consigli per fare tutto questo?

  • Meno parole. Prova a parlare di meno e a dare meno consegne. Se proprio devi darle, fallo cantando.
    Più ascolto. Crea dei giochi che permettano di allenare la capacità di ascoltare, con le orecchie e non solo. Tutti i giochi in cui si imita, quelli in cui si lavora sulla turnazionazione o un contatto fisico sono degli ottimi punti di partenza.
    Osserva. Il non verbale dice tanto, inizia ad osservare e ad ascoltare: si aprirà un mondo!

 

  • La musica è così, offre ai bambini la possibilità di imparare ad osservare, ad ascoltare, ad aspettare. I bambini comprendono, prima di noi probabilmente, tutte le intenzioni, colgono il non verbale. I bambini sentono che la musica è un modo per entrare in relazione e in questo mondo si sentono accolti, liberi di esprimersi, liberi di sbagliare.

 

  • La musica è un canale di comunicazione, un linguaggio non verbale che ci può aiutare nella relazione e che può diventare una risorsa impareggiabile. Questo è quello che possiamo fare attraverso l’educazione musicale: esplorare il linguaggio della musica in una prospettiva più ampia, quella relazionale, fatta di ascolto, osservazione, empatia e cura dell’altro.

 

 

 

PraticaMenteMusica

PraticaMenteMusica

Siamo Alessia e Cristina e a PraticaMenteMusica incontriamo le persone attraverso il linguaggio musicale. Quando abbiamo creato PraticaMenteMusica, abbiamo pensato ad una scuola diversa dalle altre, uno spazio in cui è possibile evolvere personalmente attraverso la musica. Leggi di più

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