Ti parliamo di un concetto molto diffuso nel panorama dell’educazione musicale: la PROPEDEUTICA MUSICALE.
Probabilmente, se sei una mamma o un papà che ha già pensato di avvicinare i propri bimbi alla musica in tenera età, ti sarai sicuramente imbattuto in questa parola, propedeutica.
La parola “propedeutica”, scomodiamo il vocabolario, significa questo:
Serie di nozioni il cui apprendimento ha valore preparatorio per lo studio di una determinata disciplina
A noi non piace tanto accostare la parola propedeutica alla musica per i più piccoli: si pensa che i bambini molto piccoli (per capirci, parliamo della fascia 0-6 anni, la prima infanzia) abbiano bisogno di una “preparazione”, di una serie di attività “più semplici” prima di arrivare allo studio della “vera musica”. Probabilmente, chi utilizza la parola propedeutica intende per “vera musica” lo studio di uno strumento musicale, che solitamente inizia nell’età scolare, dai sei anni in sù.
Sicuramente per iniziare lo studio di uno strumento sono necessarie alcune competenze che possiamo sviluppare precedentemente, la cosa che ci piace un po’ meno è considerare questa fase che viene prima come ad una proposta più elementare, semplice, necessariamente preparatoria ad un qualcosa “di più” che arriverà in seguito.
La prima infanzia è la fase più importante per l’apprendimento, non solo della musica.
L‘apprendimento della musica si sviluppa esattamente come avviene per il linguaggio: un bambino inizia a dire le sue prime parole circa intorno a un anno e può farlo perchè da quando è nato ha ascoltato la sua mamma e papà e tutte le persone che gli stanno attorno parlare per lui e con lui. Per parlare e iniziare a costruire un nostro vocabolario di parole (possiamo chiamarlo vocabolario parlato) dobbiamo necessariamente aver prima costruito un vocabolario di ascolto.
Lo stesso vale per l’apprendimento musicale ed è per questo che la musica per noi si fa da quando si è nati, perché se vuoi imparare a “parlare in musica” dovrai prima aver costruito un tuo vocabolario di ascolto della musica.
Questa fase noi non la chiamiamo propedeutica, ma semplicemente educazione musicale. Imparare a parlare è una fase dello sviluppo, ma nessuno l’ha mai chiamata propedeutica!
Tutto può essere propedeutico ad una fase successiva, ma non necessariamente per vivere la musica dobbiamo pensare allo studio di uno strumento musicale, a quella disciplina e quel rigore necessari per diventare degli esperti del proprio strumento o ancora, dei musicisti.
Innanzitutto per noi musica significa questo: fare musica con i neonati, i bambini, gli adolescenti e gli adulti, permettere loro di esprimersi attraverso essa, significa formare “persone musicali” capaci di ascoltare, condividere ed emozionarsi. Con la musica la persona vive su di sé la scansione del tempo, il sapersi muovere all’interno di uno spazio condiviso, il rispetto di se stesso, del proprio ruolo e di quello degli altri. In questo senso la musica ci permette di contemplare le mille sfaccettature della persona, per scoprirsi a 360°.
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